In Svizzera molte imprese industriali hanno anticipato gli ordini destinati agli Stati Uniti per evitare i dazi annunciati. A marzo il volume delle esportazioni di beni non farmaceutici è aumentato di oltre cinque volte rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le aziende ritengono tuttavia che si tratti di un effetto straordinario e prevedono per i prossimi mesi un netto calo delle loro attività. L’umore dell’industria è pertanto scivolato di nuovo decisamente in territorio negativo. Leggermente più stabile appare la situazione dei fornitori di servizi, grazie al perdurare di una robusta domanda interna. Anche gli ultimi dati sull’inflazione hanno fatto notizia, con il tasso sceso allo 0%, il che rende più probabili ulteriori tagli dei tassi d’interesse da parte della Banca nazionale svizzera (BNS).
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Economia: giocare d’anticipo
I recenti dati congiunturali forniscono un quadro ingannevole. In molte economie, la produzione industriale e di conseguenza anche la crescita economica hanno subito una temporanea accelerazione perché le imprese hanno giocato d’anticipo per evitare le restrizioni commerciali annunciate, alcune delle quali già in vigore. Negli Stati Uniti, al contrario, la performance economica potrebbe essere stata sottovalutata, poiché le importazioni insolitamente elevate gravano sul reddito nazionale a livello contabile. L’effettivo impatto della nuova politica doganale sull’economia mondiale si delineerà con chiarezza solo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale

Secondo le stime ufficiali, l’economia statunitense ha registrato una leggera contrazione nel primo trimestre del 2025. Tuttavia, i dati potrebbero rappresentare l’evoluzione congiunturale in modo un po’ troppo negativo, poiché il forte aumento delle importazioni a seguito delle restrizioni commerciali, minacciate e in parte attuate, incide sul reddito nazionale in termini puramente contabili. Un reale crollo congiunturale per il momento non si profila: il clima nelle aziende rimane stabile, sebbene a un livello tendenzialmente basso, e il mercato del lavoro continua a essere saturo. Per contro, i consumi privati hanno subito un netto rallentamento. La forte domanda che ha sostenuto la crescita negli ultimi anni si è più che dimezzata, un’evoluzione che non sorprende se si considera il netto calo della fiducia dei consumatori. Inoltre, solo nel corso dell’anno sarà possibile valutare in che misura le recenti misure di politica commerciale graveranno ulteriormente sulla congiuntura.
Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale

Nel primo trimestre, la performance economica nella zona euro è cresciuta complessivamente dello 0,4%, registrando un aumento leggermente superiore rispetto ai trimestri precedenti. Tuttavia, questo incremento è da attribuirsi non tanto a una ripresa su larga scala quanto piuttosto agli ordini anticipati destinati agli Stati Uniti, con cui le imprese hanno reagito alle annunciate restrizioni commerciali. A corroborare questa tesi è l’umore delle imprese che di fatto non è granché migliorato. Nonostante la dinamica congiunturale contenuta, l’inflazione ha registrato un lieve aumento: nel mese di aprile l’inflazione di fondo è salita dal 2,4% al 2,7%. Sui mercati finanziari si prevede tuttavia un ulteriore taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea (BCE).
Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale

L’India rimane il motore della crescita tra i Paesi emergenti. L’economia beneficia sia di una domanda internazionale robusta che di una forte crescita demografica e di un aumento della domanda interna. Anche l’umore delle imprese suggerisce che l’attività commerciale resta sostenuta. Altrettanto positive sono le cifre provenienti dall’Indonesia, mentre la situazione è decisamente più difficile in Brasile, dove si registra un sensibile rallentamento dell’economia. Anche la Cina rimane al di sotto delle aspettative: la persistente crisi immobiliare e i profondi problemi strutturali frenano lo sviluppo della seconda economia mondiale. A ciò si aggiunge un’escalation del conflitto commerciale con gli Stati Uniti. In questo contesto, le misure di sostegno fiscale adottate finora dal governo cinese si sono dimostrate perlopiù inefficaci.
Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale

Dati congiunturali globali
Indicatori | Svizzera | USA | Zona euro | GB | Giappone | India | Brasile | Cina |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Indicatori PIL A/A 2025T1 |
Svizzera n.d. |
USA 2,0% |
Zona euro 1,2% |
GB 1,3% |
Giappone n.d. |
India n.d. |
Brasile n.d. |
Cina 5,4% |
Indicatori PIL A/A 2024T4 |
Svizzera 1,9% |
USA 2,7% |
Zona euro 1,2% |
GB 1,5% |
Giappone 1,2% |
India 6,2% |
Brasile 3,6% |
Cina 5,4% |
Indicatori Clima congiunturale |
Svizzera + |
USA – |
Zona euro – |
GB – |
Giappone + |
India + |
Brasile – |
Cina = |
Indicatori Crescita tendenziale |
Svizzera 1,3% |
USA 1,6% |
Zona euro 0,8% |
GB 1,8% |
Giappone 1,1% |
India 5,3% |
Brasile 1,8% |
Cina 3,7% |
Indicatori Inflazione |
Svizzera 0,0% |
USA 2,3% |
Zona euro 2,2% |
GB 2,6% |
Giappone 3,6% |
India 3,3% |
Brasile 5,5% |
Cina –0,1% |
Indicatori Tassi d’interesse guida |
Svizzera 0,25% |
USA 4,5% |
Zona euro 2,4% |
GB 4,5% |
Giappone 0,5% |
India 6,0% |
Brasile 14,25% |
Cina 3,10% |
Fonte: Bloomberg