La desertificazione dei tassi in Svizzera

In Svizzera gli interessi sono scesi di nuovo a zero: sul conto di risparmio, sui prodotti del mercato monetario o sulle obbligazioni non è più possibile ottenere ricavi degni di nota. Nei prossimi mesi i rendimenti sugli investimenti sul mercato monetario potrebbero addirittura tendere ulteriormente al ribasso. I proventi da interessi sono diventati rari come l’acqua nel Sahara, trasformando il panorama dei tassi svizzeri in un vero e proprio deserto.

Chi punta a rendimenti a lungo termine, farebbe bene a investire in valori con sostanza, ossia in ciò che crea un vero valore aggiunto.

Alla base di questa situazione vi è un motivo evidente e tutto sommato positivo: la stabilità dei prezzi. Mentre in altri Paesi l’inflazione si fa sentire, in Svizzera i prezzi al consumo restano costanti, il che preserva il potere d’acquisto e al contempo rafforza il franco. La Banca nazionale svizzera (BNS) non deve quindi più contrastare l’inflazione, ma fa leva sui bassi tassi d’interesse per promuovere la crescita, nella speranza di frenare la spinta all’apprezzamento del franco.

Ma i bassi tassi d’interesse sono anche un pericolo: fanno aumentare ulteriormente i prezzi degli immobili. Le ipoteche restano convenienti e cresce la tentazione di acquistare immobili a prezzi eccessivamente alti.

Per chi investe le conseguenze sono evidenti: non è più possibile costituire un patrimonio con i prodotti tradizionali. Chi oggi vuole aumentare il proprio capitale in modo duraturo deve cambiare approccio. Gli interessi e gli interessi composti non sono più i fattori trainanti della costituzione patrimoniale. Il rendimento si ottiene solo laddove gli investimenti generano valori reali e ricavi costanti.

Oggi è necessaria quindi una strategia ben ponderata che combini azioni, immobili e investimenti alternativi in un portafoglio equilibrato, con una gestione del rischio mirata. In uno scenario con tassi d’interesse bassi, la strategia d’investimento riveste un ruolo chiave

e le singole performance passano in secondo piano. A posteriori sarebbe stato più redditizio acquistare più oro all’inizio dell’anno. Ma del senno di poi, si sa, son piene le fosse. Chi investe con successo, però, non segue queste tendenze, ma le ha già integrate nella strategia d’investimento a lungo termine.

Con una buona pianificazione, anche i grandi cambiamenti politici di questo periodo non possono spaventarci. Nonostante lo scontro tra India e Pakistan, il conflitto tra Iran e Israele o l’invasione russa dell’Ucraina, l’economia mondiale continua a girare. Ogni giorno le aziende creano valore erogando prestazioni o pagandole per conto della clientela. Chi possiede queste aziende, in qualità di investitrice o investitore, gode giustamente dei frutti di questo successo. Anche con gli investimenti immobiliari si creano valori reali, laddove le persone investono in un’abitazione che altri scelgono come casa propria e per la quale pagano l’affitto.

Per questo siamo convinti che anche in tempi difficili vale la pena investire, anche se il mero prestito di denaro non porta più alcun ricavo. Le fluttuazioni e le incertezze fanno parte del gioco, ma non dovrebbero impedirci di agire a lungo termine e in modo orientato al valore. Al contrario.

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